MICONI SABRINA


La ciclette rouge
A passo di......
Carabinieri friends
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Cm. Ø 60
Olio su tela
Cm.60 x 80
Olio su tela
Cm.70 x 50
Olio su tela

Riappropriarsi del linguaggio figurativo è stata la sfida per Sabrina Miconi in questi ultimi anni; si è trattato di un ritorno e di una restituzione ma non di una retrocessione. Qualche volta nell’esperienza pittorica si assiste ad un’involuzione ad un ritorno faticoso, ad una crisi, nel caso di Sabrina invece si tratta di una gioia compositiva e di un nuovo modo di comunicare con il mondo. Il mondo attorno a noi ci interroga e l’artista risponde, negli anni scorsi la risposta di Sabrina era la dissociazione cromatica e segnica, nei nostri giorni, e nell’immediato futuro la risposta sarà il ritorno all’immagine. Il critico dovrebbe plaudire o dissentire dai passaggi ideologici degli artisti? Credo né questo né quello, il critico deve solo annotare perché in definitiva la scelta è solamente del protagonista pittore, del disegnatore, dell’uomo, insomma, o della donna in questo caso. E la risposta di Sabrina Miconi è lineare, limpida e determinata. Il soggetto ci riporta ad un mondo fiabesco, di richiami anteriori alla conoscenza culturale, ma appartenenti alla coscienza etica cui si accompagna una coscienza estetica, perché l’incontro tra colore e segno deve avvenire e, di fatto avviene nel quadro di un distinto equilibrio. Al di là del fiabesco, che comunque rimane una connotazione importante in questo mondo nuovo di Sabrina Miconi, mi pare che l’artista ci offra molti altri mondi accessibili, che hanno superato l’espressionismo astratto e si ricollocano in un ordine naturale delle cose visibili e, in definitiva vivibili. Insomma, potremmo dire che l’autrice ha sedimentato nella propria coscienza ogni pausa e ogni passo della complessa esistenza e in un certo senso ha posto ogni pensiero sopra un ulteriore altro pensiero e, l’una cosa sopra l’altra, l’un ricordo sopra l’altro, l’un pensiero che sormonta l’altro, l’oblio, persino quello,che sottrae l’oblio, hanno sedimentato, hanno costruito “sopra”. Sabrina Miconi dunque si pone al suo pubblico come un’instancabile costruttrice di situazioni, alcune risoluzioni fanno pensare ad un artista incline alla narrazione, con qualche tematica che richiama la logica dell’illustrazione, la sua impaginazione, la scelta dei colori, e l’individuazione dei contorni. Tutto questo a mio avviso è vero ma di più è opportuno richiamare il lavoro dell’autrice in una costante e inesauribile ricerca di soluzioni che oltrepassano ogni soglia intellettualistica per non sottrarsi invece ad ogni scadenza imposta dai limiti spazio-temporali, questi ultimi concepiti non come punto d’arrivo, ma di contro come punto di partenza, come sfida, si diceva prima, per penetrare negli infiniti possibili del pensiero.

Vito Sutto